Ormai siamo abituati a trovare tanti ristoranti giapponesi in giro per Milano che propongono dal sushi alla rivelazione ramen degli ultimi tempi.Ma avete mai pensato ad una gastronomia che propone cibo giapponese?
Vi diamo una bellissima notizia: a Milano ha aperto la Gastronomia Yamamoto, una grande novità nel panorama della cucina autentica giapponese. Si tratta appunto di un ristorante a gestione famigliare dove la vera protagonista è la cucina casalinga del sol levante.
Il locale si trova nel centro della città, nei pressi di Via Torino e non troppo distante dal Duomo. Parcheggiamo nelle zone limitrofe, percorriamo i viali vicini all’università statale di Milano e arriviamo davanti alla Gastronomia.
Appena entrati veniamo accolti da Shih Chy e Aya Yamamoto, Madre e figlia, proprietari della gastronomia.
L’impatto con l’arredamento è destabilizzante e unico nel panorama milanese. Il pavimento giallo simile al Tatami, le pareti bianche e lo stile minimale rimandano ad un’idea moderna di Giappone e a un’atmosfera intima e culturale.
La gastronomia si suddivide in due sale: nella prima, a ridosso dell’entrata, si trova il bancone, sul quale all’ora di pranzo sono esposti tutti i piatti del giorno e le Bento Box pronte per essere vendute e alcuni tavolini in cui si può bere qualcosa; la seconda sala è invece adibita al ristorante, dove ci sono le sedute per la cena.
In fondo una finestrella dove si vedono il Maestro Masumoto San e il suo Sous-chef Himeno San all’opera.
Veniamo fatti accomodare. La sala é ben arredata, colorata e la tranquillità regna sovrana.
Il tavolo è apparecchiato in modo minimale con tovaglioli gialli in tinta con il pavimento, porta bacchette semplici o a forma di pesce e bacchette opache.
Siamo divertiti dalla frase simpatica scritta nella copertina del menù
“Hajimemashite! Sono il primo menù della Gastronomia Yamamoto. Dopo tanti mesi di ricerca, assaggi e viaggi sono qui con voi. Non vedo l’ora di conoscervi tutti di persona e di imparare quali saranno i vostri piatti preferiti quando, per esempio, fuori comincerà a fare freddo. Sono ancora nella mia prima fase di crescita, quindi se notate che non sono ancora perfetto, vi chiedo di essere pazienti e farmelo notare. Grazie mille e che l’avventura abbia inizio.
Dal vostro fedelissimo menù.”
perché ad oggi la Gastronomia Yamamoto ha solo pochi giorni di vita ma tanto da dire.
Il menu si apre con una frase bellissima: “Benvenuti a casa Yamamoto”.
Il numero di piatti è ristretto ed ogni pietanza cambia di settimana in settimana.
Partiamo per prima cosa dalle bevande. Abbiamo proprio voglia di un bicchiere di Sake. Arriva al nostro tavolo Takara San, un preparatissimo Sake sommelier che, dopo qualche domanda sulle nostre preferenze, ci consiglia l’Inata Goriki spiegandoci qualche aneddoto su questo fermentato.
Il primo antipasto che assaggiamo é l’Hijiki Aburaage, croccanti alghe in insalata con Carote e Edamame.
Davvero ottime! Questo tipo di alga é molto particolare e porta molteplici benefici sull’organismo.
Poco dopo arrivano le Mozuku, prelibatezza della zona di Okinawa come sottolineato anche dal menu, un’alga giapponese sottaceto.
Di solito il gusto è molto forte ed è l’aceto ad avere sopravvento nel risultato finale del piatto, ma non in questo caso. Una bontà! Il sapore è molto equilibrato.
Proseguiamo con la Kabocha No Nimono, una morbida Zucca al vapore.
Prima di cuocere questa verdura lo chef utilizza una tecnica particolare chiamata “mentori”, attraverso la quale vengono “smussati” con il coltello tutti gli angoli dell’ortaggio, rendendolo più gustoso e cotto uniformemente. Ottimo il sapore dolce e la morbidezza.
Il primo piatto principale è l’Una Don, letto di riso con sopra l’Anguilla, servito in una meravigliosa ceramica giapponese.
Rimaniamo senza parole: l’anguilla è incredibile!
Lo Sgombro alla griglia è il secondo piatto principale.
Uno dei piatti del giorno è il Katsu Curry e Aya ci consiglia vivamente di provarlo. Si tratta del Tonkatsu (cotoletta giapponese) accompagnato da salsa al curry e riso bianco.
La cotoletta è sicuramente una delle più buone mangiate fino ad ora: croccante fuori e morbida dentro. La salsa al curry è delicata e anche se c’è questa spezia, che ha un sapore molto forte, è appetitosa e il gusto è equilibrato. Più che altro ci ha ingolositi cosi tanto che ne avremmo bevuta una cisterna 🙂
Ma non perdiamoci! È tempo di Onighiri, però non il solito con salmone o Tonno. Questa volta è ripieno e ricoperto da Umeboshi fatte in casa, le famose Prugne che fanno parte degli tsukemono giapponesi più conosciuti.
Il gusto è forte, salato e molto particolare e può non piacere a tutti. A noi si, piacciono tantissimo!
Alla base dell’Onighiri c’è l’alga Nori, apposta per poterlo mangiare con le mani senza che il riso si attacchi alle dita.
Manca qualcosa allora nostra cena… la Zuppa di Miso! Appena ordinata Aya ci sottolinea che è fatta in casa. Una delizia che ci scalda il cuore!
L’ultimo tassello della serata è il dolce. Questa sera assaggiamo un sorbetto fatto di yogurt di malto, frutta stagionale e Matcha.
Prima del digestivo parliamo un po’ con Aya che ci da qualche informazione in più sulla sua vita e la gastronomia. Scopriamo che la sua famiglia tanti anni fa aveva un ristorante molto famoso a Milano di nome Zakuro.
Dopo essersi trasferita per diversi anni a Londra causa studio e lavoro, ha deciso che era il momento di tornare in Italia e sviluppare un progetto tutto suo, da condividere con sua madre. La sua intenzione però non era quella di aprire un classico ristorante giapponese ma una realtà diversa che si differenziasse da tutto ciò che c’è già a Milano. Decide quindi di sviluppare la sua idea di gastronomia con l’intento di offrire la possibilità a tutti di assaggiare la vera cucina casalinga giapponese, fatta di ricette autentiche di sua nonna.
La nostra cena termina qui ma il sommelier ci vuole far assaggiare assolutamente un po di Umeshu, il famosissimo liquore giapponese alla prugna.
Mentre ci viene servito al tavolo, Takara San ci spiega ancora una volta in modo molto preciso, tutte le sue particolarità e curiosità. L’umeshu è davvero troppo buono e dissetante (in Giappone infatti viene bevuto soprattutto nelle stagioni più calde). Il sommelier preleva addirittura due prugne Ume che sono in ammollo nella bottiglia e ce le fa assaggiare, facendoci apprezzare ancora di più questo liquore.
Potremmo stare qui ancora ore e ore a parlare della Gastronomia Yamamoto ma saremo brevi. La nostra esperienza è stata fantastica, dal primo all’ultimo momento in cui siamo entrati.
Siamo stati accolti come vuole l’omotenashi, ovvero l’ospitalità giapponese. Il servizio è stato egregio, puntuale, attento. Sia Takara San che le Signore Yamamoto hanno servito al tavolo fornendoci nello stesso tempo informazioni interessanti e curiosità sui piatti assaggiati che torniamo a casa con la pancia piena e un bagaglio culturale arricchito. L’ambiente e l’atmosfera sono particolari, difficili da descrivere. Per ogni portata è stata utilizzata una ceramica diversa, una più bella dell’altra.
Questa è la gastronomia che non c’era.
Cara famiglia Yamamoto, grazie di cuore per averci ospitato nella vostra casa!
GASTRONOMIA YAMAMOTO , Via Amedei 5 , Milano
Fermata consigliata: Missori
Fascia di prezzo (considerata per 2 persone): minore di 69 €